E' da un po' di tempo che volevo buttare su "carta" questo piccolo pensiero che mi è venuto alla mente nel seguire una serata di musica Jazz in un bagno della Versilia.
Mi sono come reso conto che i musicisti, non solo quelli jazz, ma in generale suonino per loro stessi, nel senso che sono come rapiti dalla musica che esce dai loro strumenti musicali, quasi per magia, e suonano, magari scambiandosi qualche occhiata tra di loro, ma.....considerando molto poco il pubblico che gli sta davanti.
Se il pubblico ci sia o no ha poca importanza. Certo un pubblico che ascolta le loro note che fluttuano nell'aria e che reagisce alle emozioni che tali note, unendosi tra di loro con sensualità, riescono a produrre negli animi, rimanda sicuramente una forza che, probabilmente, i musicisti stessi percepiscono ed accolgono con gioia. Ma loro, i musicisti, non sono lì per il pubblico sono lì per la musica!
Noto questa differenza in particolare se ne faccio un raffronto con altre forme di arte/spettacolo: un attore, un ballerino, un prestigiatore, un giocoliere, ma anche un cantante ci mostrano la loro arte, ma al contempo hanno la necessità che ci sia un pubblico con cui o interagire o comunque sia che "ascolti" ciò che hanno da dire.
Un attore non recita per sé (anche se purtroppo alcuni si auto-recitano.....addosso), un prestigiatore non può certo fare le sue magie da solo, e così via.
Questo nulla toglie ai musicisti, ma certo, credo, tolga allo......spettacolo!
Mi sono come reso conto che i musicisti, non solo quelli jazz, ma in generale suonino per loro stessi, nel senso che sono come rapiti dalla musica che esce dai loro strumenti musicali, quasi per magia, e suonano, magari scambiandosi qualche occhiata tra di loro, ma.....considerando molto poco il pubblico che gli sta davanti.
Se il pubblico ci sia o no ha poca importanza. Certo un pubblico che ascolta le loro note che fluttuano nell'aria e che reagisce alle emozioni che tali note, unendosi tra di loro con sensualità, riescono a produrre negli animi, rimanda sicuramente una forza che, probabilmente, i musicisti stessi percepiscono ed accolgono con gioia. Ma loro, i musicisti, non sono lì per il pubblico sono lì per la musica!
Noto questa differenza in particolare se ne faccio un raffronto con altre forme di arte/spettacolo: un attore, un ballerino, un prestigiatore, un giocoliere, ma anche un cantante ci mostrano la loro arte, ma al contempo hanno la necessità che ci sia un pubblico con cui o interagire o comunque sia che "ascolti" ciò che hanno da dire.
Un attore non recita per sé (anche se purtroppo alcuni si auto-recitano.....addosso), un prestigiatore non può certo fare le sue magie da solo, e così via.
Questo nulla toglie ai musicisti, ma certo, credo, tolga allo......spettacolo!
7 commenti:
Mah...non so quanto sia vero quello che dici...io credo che le forme d'arte siano doppie...nel senso che provocano e scatenano emozioni diverse a seconda dal punto di vista da cui le si apprezza...più o meno intense...io quando 'vedo' quello che chi fa musica sente...provo una invidia buona e sana...perchè penso che sia unico...come per esempio credo lo sia l'emozione che prova un atleta nel compiere una grande impresa...o un pittore che butta su tela le emozioni e ammira alla fine quello che ha creato...forse la vera arte la si fa per prima cosa per egoismo...di rimbalzo si irradiano poi emozioni al pubblico
Secondo me dici alcune sciocchezze...che probabilmente derivano dal fatto che non hai mai provato davvero l'emozione di sentire la musica che ti attraversa.
Se quei musicisti non ti trasmettevano nulla, non era certo per egoismo...ma perchè:
1. erano poco espressivi: esistono musicisti bravissimi ma freddi. Quindi un pubblico "tecnico" li apprezza tantissimo, ma chi non se ne intende o chi, pur intendendosene, da' più valore all'espressività rispetto alla perfezione non li apprezzerà.
2. non ti piace il genere...
3. non eri, in quel momento, disposto a recepire l'emozione che ti trasmettevano.
Sul narcisismo degli artisti, hai ragione. Ma non c'è differenza tra un cantante, un musicista, un attore o un pittore...ognuno di loro soddisfa il proprio ego prima di ogni altra cosa. E quando sei "nel flusso" della tua espressione massima, non vedi più chi c'è con te: che sia un pubblico formato dal tuo gatto o uno stadio pieno di gente. E' una specie di trance che non so spiegarti...semplicemente io smetto di percepire il mio corpo e divento voce, ed ogni mia energia è lì. Ma non si tratta di egoismo, e, come ha detto bruja, il più delle volte mi accorgo che la mia emozione si è trasmessa al pubblico...siceramente, poi, non so in quale altro modo potrei interagire con il pubblico, se non con la trasmissione della mia emozione più grande!
Ringrazio entrambe dei bei commenti che, anche se appaiono contrari a quanto ho scritto della mia sensazione, in realtà mi danno ragione. Non parlavo delle emozioni che io, in quanto spettatore, posso più o meno provare, ma del fatto che, al contrario di un attore, ad esempio,chi fa musica (gran parte perlomeno) è come se la facesse per se, non per il pubblico, non è lì per DARE, ma per RICEVERE. Samanta lo dice chiaramente, no?!?
Interagire con il pubblico si può...molti grandi cantanti ne danno prova, così come alcuni musicisti, ne danno prova.
Ad ogni modo mi fa piacere ricevere pareri diversi.
E secondo te, Gianni, come dovremmo far partecipare il pubblico? con un coretto?
Ogni artista è egocentrico, non c'è differenza tra attore, cantante, musicista in genere o ballerino! Il fatto che quando un artista esprime la propria arte dia tutto se stesso ti lascia indifferente?
E comunque dovresti spiegarmi meglio la differenza nel darsi tra l'attore e il musicista! :)
A presto!
Allora: parlavo di musicisti, non di cantanti (un cantante può essere molto simile ad un attore.....se vuole). Che nel mondo dello spettacolo ci sia egocentrismo mi pare ovvio, naturale e giusto, altrimenti non avrebbe molto senso salire su di un palcoscenico, e non ho nemmeno detto di far partecipare il pubblico ho scritto di.....esibirsi PER il pubblico, "lavorare" per loro (ma "dicendo" cose tue), non per se stessi!
E credo anche che tu sappia benissimo come far questo ed a che cosa mi riferisco, c'è modo e modo di esibirsi e di mostrarsi davanti ad un pubblico (il Grande Fratello, e sue conseguenze, docet, no?!?).
Sì Gianni, ho capito quello che dici...ma io parto da presupposto che se siamo in presenza di un "artista", nel vero senso del termine (e non uno dei tanti scartoni che fanno "esibire", per tornare al post sul mio blog, perchè tanto la gente è scema e gli organizzatori spendono poco...per inciso, se ripenso che qui in Versilia sono nati alcuni dei grandi nomi della musica italiana e internazionale, mi viene il vomito a pensare a come siamo ridotti adesso!), insomma un artista che sia degno di questo nome da' al pubblico tutto se stesso...e questo avviene indipendentemente dall'arte che esercita...ed è su questo concetto che non capisco la tua posizione, sulla differenza tra attore e musicista.
Se poi la discussione è nel "modo" di esibirsi, posso convenire con te che per certi attori la presenza del pubblico ed il coinvolgimento dello stesso diventa parte integrante dello spettacolo. Ma se un artista è un ARTISTA, comunica.
:) a presto, grazie per l'interessante discussione
Samanta
Cara Samanta (senza H, i che mi piace non poco!),
siamo daccordo sull'Artista con la A maiuscola, ma quanti Artisti davvero ci sono nel mondo dello "Show Businnes" (termine, purtroppo, molto più adatto che non spettacolo) odierno?!
Comunque ritengo che pur essendoci, in gran parte, degli "scartoni" che si "esibiscono" (e per la loro sola gioia aggiungerei), la gente non é affatto scema, perlomeno non la maggioranza.....solo probabilmente c'é un senso di rassegnazione!
Riguarda al differenziare Attore e Musicista continuo a credere che l'Attore senza pubblico non esiste, il Musicista esiste (può esistere) per se stesso e spesso questa sensazione traspare, almeno a me così é sembrato.
L'ARTISTA, come scrivi tu, ovviamente comunica, ma alcune volte la comunicazione é univoca.....
Grazie a te per le tue frasi.
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